del dilemma tra vero cuoio e gomma
C’è sempre qualche ombra o sbaffo di grigio
L’organismo umano è un sistema, cioè un insieme di componenti che lavorano assieme e si influenzano a vicenda. Cambiarne uno ha effetti su tutto il sistema in modi che non sono prevedibili in maniera certa e assoluta.
sarà
Sarà che quando cominciavo a correre Salazar era all’apice della carriera. Sarà che fu una breve carriera, e i motivi della brevità mi hanno sempre affascinato (e vengono in parte spiegati nell’intervista*). Sarà che Salazar adesso è un apprezzato allenatore che cerca di non far ripetere i suoi errori agli atleti che allena. Sarà che è spigliato e piacevole da ascoltare.
Insomma, val la pena.
In una riflessione a parte, ma comunque collegata, ho sempre constatato che le parole che popolano queste pagine sono in genere proporzionali, sia in termini di qualità che di quantitià, ai chilometri che corro.
In questo periodo sembrerebbe che non corra tanto, quindi, e in effetti non sto facendo molto di più di una serie di uscite regolari tra la mezz’ora e l’ora e mezza. Nessuna gara in vista a breve. Giusto giusto la quiete della passeggiata. E non c’è nulla di male in tutto ciò, solo che non mi fornisce molto materiale per racconti degni di condivisione.
Non aiuta poi che con Piero Faganello si allena il gruppo amatori della Silca Ultralite, e quindi un paio di volte la settimana corro in gruppo e sfogo lì molte necessità di espressione legate alla corsa.
Sono comunque periodi di transizione importanti, non si può sempre caricare, e viceversa. La fortuna del praticare la corsa è che ha numerose modalità di espressione e si adatta flessibilmente alle esigenze del podista, che voglia massacrarsi di ripetute e medi o corricchiare godendosi il panorama. E c’è un tempo per entrambi.
Il fine settimana sarà dedicato alla Treviso Marathon, visto che sono uno dei duemila volontari. Inboccallupo ai maratoneti.
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* ha caricato, caricato, caricato. Le sue settimane di recupero erano un paio, da 100km, e poi sotto di nuovo a 170 e più. Ricordo anche il libro Duel In The Sun, di cui ho già parlato in queste pagine, che approfondisce la questione. Quella gara fu il simbolo del gettare cuore e organi tutti oltre l’ostacolo.
Visti da fuori
Sarah scrive di viaggi e corsa, e un articolo sull’Italia non poteva mancare . E’ appena stato pubblicato, con il titolo Northern Italy: Races And Places To Run And Hike, Dolce-vita Style.
Mi sembra che possa essere utile come punto di partenza, ed è curioso leggere il suo punto di vista sulle sue esperienze in Italia. Mi rendo anche conto che nell’”intervista” ho lasciato fuori tonnellate di gare e posti interessanti.
D’altra parte ai ritmi di crescita attuali del Trail Running in Italia, credo che ci vorrebbe un libro intero, spero sia uno stimolo ed i link consentano a chi sia interessato di approfondire a dovere.
Per chi suona la campanella
Nel tempo ho sviluppato una mia routine per la prevenzione degli infortuni.
Qualsiasi dolore localizzato, che duri più di qualche decina di secondi, viene trattato sul posto. Vale a dire che mi metto a camminare per una cinquantina di metri e poi riprendo.
Per buona parte dei fastidi è terapia sufficiente.
In qualche caso, sia l’età, o qualche altro fattore di stress, la cosa non si risolve, o magari è presente per motivi estranei alla corsa, per cui posso anche rinunciare del tutto all’uscita e fare trattamenti localizzati in relazione all’entità del danno (dalla palla da tennis per l’automassaggio locale, al fisioterapista per le cose che non riesco a risolvere).
In tutti i casi ho notato che l’infortunio tende a fare il suo corso, che ha uno sviluppo classico a campana, come nel disegnetto sopra. E non importa quanto presto lo prendi, tende a percorrere il suo tragitto, aumentando fino al picco, anche se non stai facendo nulla in attesa che passi, per poi diminuire gradualmente.
Ecco, tutto questo per dire che a volte serve quell’attimo di pazienza, ed astensione dal panico, quando, nonostante il riposo, il problema sembra non passare.
Ed ancora prima, che rinunciare ad un allenamento può essere una decisione che salva dal saltarne molti altri in seguito.
Ho anche notato che una volta superato il picco si può riprendere pian piano anche prima che la curva sia discesa a livello iniziale, salvo ovviamente fermarsi se si nota che la linea cambia orientamento e riprende a salire.
NB: tutto questo in termini di esperienza personale, che nessuno può considerare sostituto di consiglio professionale da parte di persona abilitata all’uopo. Cosa che io non sono.
Avere il polso della situazione
Fermo restando che uno può correre più o meno senza nulla, fatti salvi i limiti legali della decenza e quelli fisici della preparazione, questi sono due utensili che nelle mie corse di questi tempi non mancano mai.
Un Garmin 110, che è tra le versioni più semplici della gamma, ti dà la distanza percorsa, sopra, il tempo totale trascorso, in mezzo, e il ritmo medio del giro, sotto. Per giro si intende dall’ultima volta che è stato premuto il pulsante “lap”. Si può anche automatizzare la cosa, io ad esempio ho fissato l’autolap ad un chilometro.
Chiaramente chi si alleni con tabelle che richiedono lavori intervallati complessi, o sia un appassionato di dati, si troverà meglio con modelli più completi, che raccolgono e forniscono maggiori informazioni. Viceversa anche un’occhiata all’orologio in cucina all’uscita ed al rientro può essere sufficiente.
L’altro è un braccialetto roadID su cui sono stati incisi il mio nome e cognome, anno di nascita e numeri telefonici di riferimento. Si toccano tutti i metalli possibili ma può capitare un’emergenza quando si è fuori, ed in genere non si hanno con sé documenti identificativi. Grazie al braccialetto si potrà facilmente risalire all’identità del malcapitato ed avvisare i familiari.
Anche qua, un bigliettino in tasca con i numeri svolge la stessa funzione, per quanto sia meno immediatamente visibile ed il braccialetto bilanci il peso dell’orologio (di nuovo, poca cosa, lo so).
Del resto non sono consigli per gli acquisti, ma solo inviti alla riflessione.
O neanche.
Su e zo par el Montegan - Lutrano di Fontanelle
Delle cose che penseresti siano scontate
Spiritotrail, vivace comunità di trail runners, lancia una campagna di sensibilizzazione sul rispetto dell'ambiente.
Dalla comunicazione ufficiale: "Io non getto i miei rifiuti è una campagna promossa da Spirito Trail e rivolta a tutti i veri trailers, atleti e organizzatori, per tutelare l'ambiente e la natura. Troppo spesso durante le gare si vedono sul tracciato rifiuti lasciati dai partecipanti. Una maggiore sensibilizzazione servirà a far capire a tutti che le corse trail non possono prescindere da questa semplice regola: non si gettano rifiuti per terra!"
A parte la tristezza infinita che assale quando si è costretti a far notare a delle persone adulte che ' no, la confezione del gel non si abbandona sul sentiero' direi che l'iniziativa merita diffusione.
Sperequazioni
Gli equini possono evacuare senza fretta e limiti di quantità, a quanto pare.
Lo so, ho un debole per i cani, e i cavalli non hanno un debole per me. Ma, al di là delle mie preferenze, poco significative, continuo a non capire la logica sottostante queste regole.
Anche il lupo cattivo lascia detto quando va nel bosco
Una delle cose in comune con queste storie, al di là delle encomiabili capacità di resistenza dei protagonisti, è il fatto che erano usciti in un'area "rurale", tipo il Wyoming, o lo Utah, senza dire ad anima viva dove andavano. Posti dove passano settimane senza che ci passi anima viva.
Io vivo in una zona dove difficilmente ti puoi trovare in luoghi dove non vedi almeno una casa. E' anche vero che ogni tanto capita di andare in collina, o in montagna, dove un modesto infortunio può rendere problemativo raggiungere il primo casolare che magari è a "soli" cinque chilometri.
O metti che cadi in un miniburrone.
Tutto questo per dire che, uscendo a correre da soli è meglio lasciar detto a qualcuno almeno in linea generale la nostra destinazione e tempi di rientro. E non è che serva una mappa con tutti i punti dettagliati.
Lo scrivo perché tante volte sono io il primo ad uscire senza dire che vado nel bosco.
Poi, sarebbe buona politica portarsi un sistema di identificazione. E non è che serva una fotocopia del passaporto, basta una etichetta dove ci siano dati identificativi, numeri di telefono ed eventuali notizie mediche.
Ce ne sono a bizzeffe sul mercato, il più famoso è road id, personalmente uso smart id che trovo più pratico perché leggero e poco invasivo.
Lo so, lo so, tutte robe che si sanno.
Intanto però la gente continua a perdersi, e quando i familiari/vicini cominciano a preoccuparsi potrebbe essere troppo tardi.
Prima di pubblicare questo messaggio sono andato a spostare il mio smartid nelle scarpe che, effettivamente, uso (era rimasto in quelle che avevo dismesso).
Aggiornamento fisso
Ho solo aggiunto:
un po' di link a siti che ne parlano e
l'invito a guidare sempre con prudenza, casco in testa ben allacciato etc.
spin off
Rualan è scaturito dal campo note di un foglio excel, quello degli allenamenti, quando lo spazio a disposizione era diventato troppo stretto.
Nel tempo ha dimostrato di saper accogliere con pazienza le istanze più varie, ma adesso mi sono venute in mente cose da dire che lo avrebbero snaturato.
Per cui ho aperto SLOG che parla di organizzazione e produttività in senso lato, quindi non dalla cattedra ma dalla stessa palude in cui ci si trova più o meno tutti.
Rualan continua per la sua strada, spesso sterrata e poco rettilinea, e ne approfitta per ringraziare per le manifestazioni di affetto sin quì ricevute.
Rinfrescata
L'ho testato anche con Explorer per Windows (perdìo se si vede male, le foto sono tutte scalettate e i font, anche) e sembra che tutto sia a posto. Dovrebbe funzionare anche con IE7
Se ci sono problemi gravi (tipo foto che invece di essere sulla testata sono in fondo, o testi tutti spostati) fatemelo sapere che così vedo se posso sistemare.
Restyling
Due parole sulla foto della testata, che riprende il sottoscritto in fase di riscaldamento per una gara che si è svolta nella quieta cittadina che risponde al nome di Pacifica, in riva all'omonimo oceano.
A detta dei locali la presenza del sole è stata una specie di evento in questo luogo dominato da nebbie perenni. L'immagine assume quindi anche un significato storico e documentale di rilievo.
A dirla tutta il design non è proprio quello che voglio, ma Internet Explorer non pareva gradire quello che piaceva a me e quindi sono sceso a compromessi, mentre lavoro nell'ombra per sistemare il problema.
Trevisomarathon 2008
Dal Comunicato stampa visibile sul sito trevisomarathon.com:
"TREVISO MARATHON CORRE NELLA STORIA
TRE PERCORSI PER UN 2008 DA RICORDARE
Un’edizione speciale celebrerà il novantesimo anniversario della vittoria italiana nella 1° Guerra Mondiale. Tre tracciati di gara si congiungeranno prima del passaggio sul Piave, (...) Il progetto prevede di affiancare, al tracciato originario della maratona (da Vittorio Veneto a Treviso), altri due percorsi che partiranno rispettivamente da Vidor e da Ponte di Piave e che, dopo aver completato all’incirca i primi 20 chilometri di gara, si congiungeranno a Ponte della Priula, appena prima dell’attraversamento del Piave stesso. Dopo la fusione fra i tre tracciati di gara, gli atleti continueranno la loro corsa lungo il tradizionale percorso che li condurrà sino a Treviso, dove sarà collocato il traguardo della maratona.
I percorsi di gara saranno intitolati alle tre Medaglie d’Oro della Grande Guerra, cui la provincia di Treviso ha dato i natali (Sante Dorigo per il tracciato che partirà da Vidor, Alessandro Tandura per quello da Vittorio Veneto, Manlio Feruglio per quello da Ponte di Piave). Gli atleti saranno forniti di maglie colorate che, al momento del ricongiungimento dei tre tronconi di gara prima del passaggio sul Piave, creeranno un suggestivo effetto tricolore. "
Io vivo sul percorso rosso ma, dovessi farla, mi butterei sul verde.
ridisegno
Adesso dovrebbe essere possibile anche inserire dei commenti. Il condizionale è d'obbligo.
L'ho testato con Safari, Mozilla e Firefox su Mac e con Internet Explorer su Windows. Ce l'ho messa tutta per renderlo leggibile. Se ci sono problemi lasciatemi un commento e vedrò di sistemare, se posso.
Per i nostalgici ho lasciato in linea il vecchio sito: rualan.com/originale/
meriterebbe un brindisi...