Libro: "My Life On The Run: The Wit, Wisdom, and Insights of a Road Racing Icon" di Bart Yasso
27/08/08 17:25 Filed in: libri
Bart Yasso è stato reso famoso in Italia da Orlando Pizzolato, che ha introdotto l'omonimo test per predire il tempo in maratona.
A quanto pare, studiando il diarietto degli allenamenti, Bart ad un certo punto si è reso conto che c'era una correlazione tra i tempi di alcuni lavori di ripetute che faceva prima di una maratona e la prestazione sulla stessa.
Col tempo lo ha affinato arrivando a definirlo come una decina di 800 con recupero correndo piano per lo stesso tempo della prova. Il tempo in minuti/secondi degli 800 autorizza a pensare che si può completare la maratona nello stesso tempo riportato in ore/minuti. Esempio: se riesco a correre dieci 800 in 3'10" con recupero di corsetta 3'10" significa che posso correre la maratona in 3h10'.
L'idea è che non tutti hanno la possibilità di misurare parametri complessi e questo sarebbe un sistema semplice per avere un'idea approssimata delle potenzialità. Ovviamente tra le avvertenze c'è il fatto che si devono avere in saccoccia i lavori chiave per una maratona. Non è che ci si metta a fare gli 800 e basta.
Se funzioni non lo so (ed è fondata l'obiezione sul fatto che i parametri metabolici per completare un lavoro di 800 e una maratona siano diversi), podisti.net è sicuro di no e lo ha addirittura elevato ad icona, coniando il termine "yassata" che viene utilizzato in una rubrica apposita per ironizzare su errori e miti della corsa.
Ma Yasso, ho scoperto, è molto di più. Una gioventù difficile tra droghe e alcol, riscattata dalla corsa e da un lavoro a Runner's World che lo ha portato ad essere ambasciatore del nostro sport in tutto il mondo, partecipando a gare in tutti i continenti, a partire dalla fine degli anni settanta ad oggi.
Il libro è nato dalla progressiva crescita di una presentazione fotografica di alcune avventure di Bart in giro per il globo, incluso una delle prime Badwater, una corsa coi muli, una sfida non voluta con i rinoceronti e così via. Ho anche assistito alla presentazione originale, che ho molto apprezzato grazie alla consumata abilità dell'autore.
Alla fine un bel messaggio di curiosità verso le cose del mondo, e di accettazione serena della fragile umana condizione.
A quanto pare, studiando il diarietto degli allenamenti, Bart ad un certo punto si è reso conto che c'era una correlazione tra i tempi di alcuni lavori di ripetute che faceva prima di una maratona e la prestazione sulla stessa.
Col tempo lo ha affinato arrivando a definirlo come una decina di 800 con recupero correndo piano per lo stesso tempo della prova. Il tempo in minuti/secondi degli 800 autorizza a pensare che si può completare la maratona nello stesso tempo riportato in ore/minuti. Esempio: se riesco a correre dieci 800 in 3'10" con recupero di corsetta 3'10" significa che posso correre la maratona in 3h10'.
L'idea è che non tutti hanno la possibilità di misurare parametri complessi e questo sarebbe un sistema semplice per avere un'idea approssimata delle potenzialità. Ovviamente tra le avvertenze c'è il fatto che si devono avere in saccoccia i lavori chiave per una maratona. Non è che ci si metta a fare gli 800 e basta.
Se funzioni non lo so (ed è fondata l'obiezione sul fatto che i parametri metabolici per completare un lavoro di 800 e una maratona siano diversi), podisti.net è sicuro di no e lo ha addirittura elevato ad icona, coniando il termine "yassata" che viene utilizzato in una rubrica apposita per ironizzare su errori e miti della corsa.
Ma Yasso, ho scoperto, è molto di più. Una gioventù difficile tra droghe e alcol, riscattata dalla corsa e da un lavoro a Runner's World che lo ha portato ad essere ambasciatore del nostro sport in tutto il mondo, partecipando a gare in tutti i continenti, a partire dalla fine degli anni settanta ad oggi.
Il libro è nato dalla progressiva crescita di una presentazione fotografica di alcune avventure di Bart in giro per il globo, incluso una delle prime Badwater, una corsa coi muli, una sfida non voluta con i rinoceronti e così via. Ho anche assistito alla presentazione originale, che ho molto apprezzato grazie alla consumata abilità dell'autore.
Alla fine un bel messaggio di curiosità verso le cose del mondo, e di accettazione serena della fragile umana condizione.