Sproporzioni, Bar Sport e senso del colore

Poco più di un'ora sulle gambe al mattino, a San Fior di Sotto, per la tradizionale marcia lungo il Codolo (che abbiamo deciso essere il canale lungo cui abbiamo corso parte della gara).

Ben oltre sei ore sul divano nel pomeriggio tra TV generalista
(1) e maratona di New York.

Di quest'ultima probabilmente se ne saprà già più o meno tutto. Una cosa che non ho visto in giro è un riferimento ai colori "sociali" di
Baldini. Sono solo io a ritenere che quel colore, tra il carne e il marrone chiaro, sia orribile?

Mi rendo conto sia poca cosa, ma rendiamoci conto che le aziende spendono milioni per promuovere i loro prodotti decantando sì gli aspetti tecnici mirabolanti, ma anche cercando di presentare un campionario esteticamente accattivante.

Tutto qua, non ho commenti tecnici. Tergat mi ha deluso, come quasi sempre, di Baldini si è visto solo il posteriore per pochi secondi, la vincitrice femminile mi ha emozionato, per motivi, anche quì, inspiegabili.

Ho visto anche vari tratti della gara di Lance Armstrong, chiusa di poco sotto le tre ore. Direi onesto, piuttosto regolare, un po' appesantito alla fine, ma niente da far gridare allo scandalo.

Però, però, leggo su
MSNBC.com che dopo la gara ha dichiarato "senz'altro la prova fisica più dura che abbia mai fatto".

E mi chiedo quanti bar sport ribolliranno di discussioni tra pro podisti e pro ciclisti. I podisti con il sopracciglio alzato alla non-ve-l'avevo-sempre-detto-che-la-corsa-è-più-dura?

Quando in realtà è solo una questione di adattamento specifico. Per il resto è un confronto tra pere e mele.

Ma non sarebbe bar sport se non si discutesse di tali argomenti con dovizia di particolari.


(1) al di fuori di questioni snobistiche non ne voglio proprio parlare. Per quanto ci siano stati spezzoni di un campionato mondiale di biliardino, sport che mi ha sempre affascinato ma che ho praticato sempre con prestazioni piuttosto mediocri.