La Forma è Sostanza
09/12/08 19:01 Filed in: tecnica
Una fascia plantare permalosa e saggia mi sta insegnando le virtù della pazienza.
E imparando mi sono trovato, dopo oltre cinque anni, immerso fino al collo nell'acqua blu di una piscina.
L'hanno inaugurata da pochi mesi e si trova a 2,5 chilometri da casa. Così, gestendo con attenzione l'attrezzatura necessaria, posso andarci correndo* col mio zainetto, un camelbak a cui ho tolto le interiora da tempo (la pulizia del sistema idraulico incorporato mi richiedeva più energie di quante ero disposto a spenderne).
Come andare in bici, le prime bracciate mi hanno ritrovato tecnicamente dove avevo lasciato, non un delfino, ma comunque scorrevole. Stranamente ho sofferto più di braccia che con la respirazione. Mi sembrava fosse stato il contrario la prima volta.
In ogni caso ho operato come ogni buon prinicpiante, o rientrante, dovrebbe fare (di quì la selezione tecnica per il tema del messaggio): il massimo consentito senza perdere la "forma", nel mio caso due vasche, un breve recupero e via così per 50 minuti. Le prossime volte gradualmente passerò a qualche tre vasche, o addirittura quattro, consecutive, aumentando gradualmente e progressivamente fino a che arriverò a un'ora. Il tutto senza preoccuparmi di ritmo, distanze o orgoglio competitivo. Imperativo: nuotare bene.
Una volta raggiunta l'ora di autonomia si può cominciare a ragionare di variazioni e cose più sofisticate.
Vale per la corsa e per tutti gli altri sport ripetitivi. Vale anche dopo, quando si fanno le cose sofisticate, la tecnica corretta dovrebbe prevalere anche nei lavori al limite.
_____________
* e ti si apre un mondo, per tutte le volte che hai letto di campioni olimpici che hanno speso l'infanzia da pendolari a doppia cifra in chilometri per andare a scuola e tornare.
Da buon figlio del boom economico l'ho solo letto, io ci andavo in pulmino, a scuola, e se la piscina era un po' più in là forse ci sarei andato in auto (d'altra parte la fascia birichina dispone l'autonomia in questi giorni). Ma forse no, e tornando al succo, ti senti viaggiatore con un fine, non ti stai allenando, divertendo, cazzeggiando, stai andando in un posto.
E imparando mi sono trovato, dopo oltre cinque anni, immerso fino al collo nell'acqua blu di una piscina.
L'hanno inaugurata da pochi mesi e si trova a 2,5 chilometri da casa. Così, gestendo con attenzione l'attrezzatura necessaria, posso andarci correndo* col mio zainetto, un camelbak a cui ho tolto le interiora da tempo (la pulizia del sistema idraulico incorporato mi richiedeva più energie di quante ero disposto a spenderne).
Come andare in bici, le prime bracciate mi hanno ritrovato tecnicamente dove avevo lasciato, non un delfino, ma comunque scorrevole. Stranamente ho sofferto più di braccia che con la respirazione. Mi sembrava fosse stato il contrario la prima volta.
In ogni caso ho operato come ogni buon prinicpiante, o rientrante, dovrebbe fare (di quì la selezione tecnica per il tema del messaggio): il massimo consentito senza perdere la "forma", nel mio caso due vasche, un breve recupero e via così per 50 minuti. Le prossime volte gradualmente passerò a qualche tre vasche, o addirittura quattro, consecutive, aumentando gradualmente e progressivamente fino a che arriverò a un'ora. Il tutto senza preoccuparmi di ritmo, distanze o orgoglio competitivo. Imperativo: nuotare bene.
Una volta raggiunta l'ora di autonomia si può cominciare a ragionare di variazioni e cose più sofisticate.
Vale per la corsa e per tutti gli altri sport ripetitivi. Vale anche dopo, quando si fanno le cose sofisticate, la tecnica corretta dovrebbe prevalere anche nei lavori al limite.
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* e ti si apre un mondo, per tutte le volte che hai letto di campioni olimpici che hanno speso l'infanzia da pendolari a doppia cifra in chilometri per andare a scuola e tornare.
Da buon figlio del boom economico l'ho solo letto, io ci andavo in pulmino, a scuola, e se la piscina era un po' più in là forse ci sarei andato in auto (d'altra parte la fascia birichina dispone l'autonomia in questi giorni). Ma forse no, e tornando al succo, ti senti viaggiatore con un fine, non ti stai allenando, divertendo, cazzeggiando, stai andando in un posto.