Lo Scarico
24/05/08 11:52 Filed in: tecnica
In un piano di allenamento che si rispetti una delle fasi più importanti e quella de Lo Scarico.
Il corpo, e la mente, temprati e stressati da lunghi, medi, corti e ripetuti, si prendono il meritato riposo prima della gara in modo da farci arrivare alla partenza al meglio di quello che possiamo essere in quel momento.
Fase importante, si diceva, perché se faccio una maratona il mercoledì, "per provare il percorso", è probabile che arrivi istruito alla domenica, ma di certo non al meglio, in quanto una maratona si recupera in più settimane.
L'esempio era estremo, lo so. Ma chi non ha mai pensato che, forse, facendo quell'ultimo allenamento tirato si possa limare qualcosa al tempo di arrivo.
Fase importante ma anche delicata, perché non si può più migliorare, si può solo mantenere, lucidare e far risplendere il lavoro fatto finora.
Si può al limite peggiorare facendo qualche stupidata.
Tipo spostare mobili pesanti da soli piegando la schiena in modo inconsueto, o inciampare su un sasso che era lì da sempre, e che fino al giorno prima della gara abbiamo sempre evitato. O anche solo mangiare al ristorante messicano per la prima volta proprio il sabato sera (nulla contro il messicano, anzi, era per far passare l'idea del cibo strano e mai provato).
Questa fase è dunque anche la fase più noiosa ed irritante. Gli allenamenti vengono diminuiti gradualmente, si mantiene la qualità ma si taglia abbondantemente sulla quantità. Ciò fornisce maggior tempo libero e minori endorfine, una combinazione letale per i familiari di chi stia facendo scarico.
Quanto dura? Dipende da quanto tempo ci si impiega a recuperare l'ultimo lungo. Se parliamo di maratone o ultra, in genere si considerano tre settimane. Sicuramente le ultime due.
Non si può provare niente di nuovo, per scaramanzia in parte, e perché non c'è tempo per recuperare eventuali errori. Niente cibo esotico al nostro stomaco, niente abbigliamento appena comprato e, soprattutto, niente scarpe nuove.
Sei lì cristallizzato in un mondo in cui non puoi evolverti.
Una sensazione orribile per un essere umano.
Il corpo, e la mente, temprati e stressati da lunghi, medi, corti e ripetuti, si prendono il meritato riposo prima della gara in modo da farci arrivare alla partenza al meglio di quello che possiamo essere in quel momento.
Fase importante, si diceva, perché se faccio una maratona il mercoledì, "per provare il percorso", è probabile che arrivi istruito alla domenica, ma di certo non al meglio, in quanto una maratona si recupera in più settimane.
L'esempio era estremo, lo so. Ma chi non ha mai pensato che, forse, facendo quell'ultimo allenamento tirato si possa limare qualcosa al tempo di arrivo.
Fase importante ma anche delicata, perché non si può più migliorare, si può solo mantenere, lucidare e far risplendere il lavoro fatto finora.
Si può al limite peggiorare facendo qualche stupidata.
Tipo spostare mobili pesanti da soli piegando la schiena in modo inconsueto, o inciampare su un sasso che era lì da sempre, e che fino al giorno prima della gara abbiamo sempre evitato. O anche solo mangiare al ristorante messicano per la prima volta proprio il sabato sera (nulla contro il messicano, anzi, era per far passare l'idea del cibo strano e mai provato).
Questa fase è dunque anche la fase più noiosa ed irritante. Gli allenamenti vengono diminuiti gradualmente, si mantiene la qualità ma si taglia abbondantemente sulla quantità. Ciò fornisce maggior tempo libero e minori endorfine, una combinazione letale per i familiari di chi stia facendo scarico.
Quanto dura? Dipende da quanto tempo ci si impiega a recuperare l'ultimo lungo. Se parliamo di maratone o ultra, in genere si considerano tre settimane. Sicuramente le ultime due.
Non si può provare niente di nuovo, per scaramanzia in parte, e perché non c'è tempo per recuperare eventuali errori. Niente cibo esotico al nostro stomaco, niente abbigliamento appena comprato e, soprattutto, niente scarpe nuove.
Sei lì cristallizzato in un mondo in cui non puoi evolverti.
Una sensazione orribile per un essere umano.