Libro: "Again To Carthage" di John L. Parker
08/06/11 14:05 Filed in: libri
Seguito di “Once A Runner” di cui si è già parlato in queste pagine in almeno un paio di occasioni, libro del 1978 che nel tempo ha assunto lo stato di cult tra i podisti.
Prima che venisse ristampato nel 2007 lo si trovava solo su Ebay o nella sezione usato di Amazon con prezzi da Collezionisti (maiuscola non a caso).
Viene quindi anche facile pensare che la pressione su Parker non sia stata lieve, con l’idea di scrivere qualcosa che fosse almeno all’altezza delle vicende del primo libro.
E infatti ci ha messo quasi trent’anni, purtroppo senza successo, a mio avviso.
Capisco che non puoi scrivere una copia dell’originale, ma è anche vero che è probabile che chi si avvicini a questo libro sia appassionato di podismo, per cui non puoi spendere le prime 190 pagine di un libro da 360 descrivendo con dovizia di particolari di pesca d’alto mare, e di quasi ogni singolo pasto che i protagonisti consumano, con contorno di dialoghi di cui spesso non si coglie il significato. Liquidando con un paio di righe le uscite di corsa, salvo un episodio di una gara “aziendale”.
Sono arrivato a pagina 190 con un crescendo d’ira, e solo la costanza del corridore di resistenza mi ha fatto tener duro per una seconda parte che ha qualche spunto interessante, ma non molto di più.
Onestamente un libro che alla fine si legge perché affezionati ad un paio di personaggi, quindi solo se si è letto il primo, e si può con tranquillità sfogliarne rapidamente le prime 200 pagine senza che si perda un granché nella storia.
Quindi “due stelline su cinque” oppure “si può perdere”, a seconda delle scale di valutazione che volete usare.
Prima che venisse ristampato nel 2007 lo si trovava solo su Ebay o nella sezione usato di Amazon con prezzi da Collezionisti (maiuscola non a caso).
Viene quindi anche facile pensare che la pressione su Parker non sia stata lieve, con l’idea di scrivere qualcosa che fosse almeno all’altezza delle vicende del primo libro.
E infatti ci ha messo quasi trent’anni, purtroppo senza successo, a mio avviso.
Capisco che non puoi scrivere una copia dell’originale, ma è anche vero che è probabile che chi si avvicini a questo libro sia appassionato di podismo, per cui non puoi spendere le prime 190 pagine di un libro da 360 descrivendo con dovizia di particolari di pesca d’alto mare, e di quasi ogni singolo pasto che i protagonisti consumano, con contorno di dialoghi di cui spesso non si coglie il significato. Liquidando con un paio di righe le uscite di corsa, salvo un episodio di una gara “aziendale”.
Sono arrivato a pagina 190 con un crescendo d’ira, e solo la costanza del corridore di resistenza mi ha fatto tener duro per una seconda parte che ha qualche spunto interessante, ma non molto di più.
Onestamente un libro che alla fine si legge perché affezionati ad un paio di personaggi, quindi solo se si è letto il primo, e si può con tranquillità sfogliarne rapidamente le prime 200 pagine senza che si perda un granché nella storia.
Quindi “due stelline su cinque” oppure “si può perdere”, a seconda delle scale di valutazione che volete usare.