Maratona di Scandiano (RE)
07/06/08 12:41 Filed in: corsi e ricorsi
Dai produttori della Maratona di Reggio Emilia (se non la conoscete significa che non vi occupate di Maratona e/o non siete Italiani) ecco che più o meno ogni primo venerdì sera di Giugno ci viene offerta questa simpatica manifestazione.
Trattasi di maratona normale cui viene affiancata la staffetta (6 atleti per 7km ciascuno, il primo fa 195 metri in più ) corsa su un circuito di 1400 metri che ruota attorno alla pista di Scandiano, cittadina sportiva, tra Modena e Reggio Emilia, ai piedi delle colline che preludono all'appennino emiliano.
Gli individuali erano una ventina a fronte di sessantasette squadre, alcune molto agguerrite.
Nota personale, venendo da un periodo in preparazione di un'ultra in montagna ero quanto di più lontano mentalmente e fisicamente da un 7km in piano misto pista/asfalto/sterrato, e si è visto.
Già alla partenza, ero in prima frazione, mi faceva strano non avere la borraccia e un po' di cibo di riserva, che sì, i ristori hanno detto che ci sono, ma non si sa mai.
Poi sono partiti tutti come dei fulmini, ero praticamente ultimo dopo cento metri, complice anche un riscaldamento approssimato per difetto.
I sorpassi: in montagna ti affianchi, scambi due parole, nella durata di un sorpasso in genere vieni a conoscere i dati anagrafici base del tuo 'avversario', a volte stringi anche una breve amicizia. In pista devi stare all'erta, per non creare intralcio, e perché lo spostamento d'aria rischia di farti del male.
Alla fine della serata, le frazioni corse saranno due, complice l'assenza di qualche compagno di squadra, e la consapevolezza una, se mai servisse ulteriore conferma: il nostro fisico si adatta in maniera estremamente specifica.
Lo dimostra il fatto che già la prima frazione mi ha causato doloretti che non avevo da tempo, e tre piccole vesciche a piedi che erano usciti intonsi da oltre 12 ore su sentieri di montagna.
Questo è la grande verità da cui spiccano il volo tutte le tabelle di allenamento, con un piccolo problema, il fisico si adatta velocemente, ma se lo stimolo resta uguale dopo un po' si stabilizza e non migliora più, anzi peggiora.
Chi inizia a correre può semplicemente uscire e per le prime settimane probabilmente riuscirà ogni seduta (ma perché una sessione di allenamento di corsa si chiama 'seduta'?) a correre più a lungo e più velocemente della precedente.
Poi però si raggiungerà un limite oltre il quale si comincerà addirittura a peggiorare, e quindi bisogna inventarsi una specie di variabilità nella specificità del lavoro.
Ma non è finita, perché se per esempio lasci le ripetute veloci, perché tanto non ti servono per fare il Passatore, dopo un po' le tue qualità muscolari, tecniche e aerobiche scadranno, e quindi correrai peggio, a rischio infortuni, facendo più fatica e andando più lentamente.
Un lavoro generale è quindi sempre consigliabile, anche perché, dovesse sorgere la necessità di una frazione veloce per una staffetta, si è pronti.
Trattasi di maratona normale cui viene affiancata la staffetta (6 atleti per 7km ciascuno, il primo fa 195 metri in più ) corsa su un circuito di 1400 metri che ruota attorno alla pista di Scandiano, cittadina sportiva, tra Modena e Reggio Emilia, ai piedi delle colline che preludono all'appennino emiliano.
Gli individuali erano una ventina a fronte di sessantasette squadre, alcune molto agguerrite.
Nota personale, venendo da un periodo in preparazione di un'ultra in montagna ero quanto di più lontano mentalmente e fisicamente da un 7km in piano misto pista/asfalto/sterrato, e si è visto.
Già alla partenza, ero in prima frazione, mi faceva strano non avere la borraccia e un po' di cibo di riserva, che sì, i ristori hanno detto che ci sono, ma non si sa mai.
Poi sono partiti tutti come dei fulmini, ero praticamente ultimo dopo cento metri, complice anche un riscaldamento approssimato per difetto.
I sorpassi: in montagna ti affianchi, scambi due parole, nella durata di un sorpasso in genere vieni a conoscere i dati anagrafici base del tuo 'avversario', a volte stringi anche una breve amicizia. In pista devi stare all'erta, per non creare intralcio, e perché lo spostamento d'aria rischia di farti del male.
Alla fine della serata, le frazioni corse saranno due, complice l'assenza di qualche compagno di squadra, e la consapevolezza una, se mai servisse ulteriore conferma: il nostro fisico si adatta in maniera estremamente specifica.
Lo dimostra il fatto che già la prima frazione mi ha causato doloretti che non avevo da tempo, e tre piccole vesciche a piedi che erano usciti intonsi da oltre 12 ore su sentieri di montagna.
Questo è la grande verità da cui spiccano il volo tutte le tabelle di allenamento, con un piccolo problema, il fisico si adatta velocemente, ma se lo stimolo resta uguale dopo un po' si stabilizza e non migliora più, anzi peggiora.
Chi inizia a correre può semplicemente uscire e per le prime settimane probabilmente riuscirà ogni seduta (ma perché una sessione di allenamento di corsa si chiama 'seduta'?) a correre più a lungo e più velocemente della precedente.
Poi però si raggiungerà un limite oltre il quale si comincerà addirittura a peggiorare, e quindi bisogna inventarsi una specie di variabilità nella specificità del lavoro.
Ma non è finita, perché se per esempio lasci le ripetute veloci, perché tanto non ti servono per fare il Passatore, dopo un po' le tue qualità muscolari, tecniche e aerobiche scadranno, e quindi correrai peggio, a rischio infortuni, facendo più fatica e andando più lentamente.
Un lavoro generale è quindi sempre consigliabile, anche perché, dovesse sorgere la necessità di una frazione veloce per una staffetta, si è pronti.