Libro: "Il Ragazzo Che Cavalcava Il Vento" di Leonardo Soresi
01/03/12 08:27 Filed in: libri
“Il Ragazzo Che Cavalcava Il Vento” è il romanzo d’esordio di Leonardo Soresi, probabilmente il maggior esperto di trail running in Italia, e sicuramente il più conosciuto ed apprezzato.
Oltre a scrivere in riviste e siti del settore, e prima di scrivere, Leonardo è un appassionato della corsa, e un praticante con un curriculum di tutto rispetto nel campo di quelle distanze che vanno oltre la maratona, familiarmente note col nome di “ultra”.
E da questo suo libro traspaiono entrambe con forza: la passione e l’esperienza.
L’ambientazione e quella di un mondo povero e lontano, quello di una popolazione indigena messicana, i Tarahumara, diventati famosi nel mondo della corsa perché è attività in cui eccellono, per costrizioni logistiche e tradizioni culturali.
E Leonardo ci racconta con trasporto la storia di Javier, un adolescente che si affaccia alle responsabilità e brutture del mondo adulto, affrontandole nell’unico modo che conosce, attraverso la corsa, che interpreta con energia e testardaggine.
E’ proprio nelle parti d’azione, in particolare nelle competizioni, che l’esperienza personale di Leonardo emerge con forza, emozionando e muovendo alla commozione, che per me è andata oltre il semplice nodo in gola.
Un libro che parla di sogni alti e ti trascina negli abissi più oscuri della sofferenza.
Chi abbia ma affrontato gli interrogatori della fatica, quelle domande sul “cosa ci fai quì, ma vai a casa”, quei dolori fisici e dell’anima, si riconoscerà in molte delle pagine, e si ritroverà con i palmi delle mani sudate ad accompagnare Javier verso quei momenti di euforia, anche questi familiari, che durano magari un attimo, ma lasciano un segno altrettanto profondo.
Oltre a scrivere in riviste e siti del settore, e prima di scrivere, Leonardo è un appassionato della corsa, e un praticante con un curriculum di tutto rispetto nel campo di quelle distanze che vanno oltre la maratona, familiarmente note col nome di “ultra”.
E da questo suo libro traspaiono entrambe con forza: la passione e l’esperienza.
L’ambientazione e quella di un mondo povero e lontano, quello di una popolazione indigena messicana, i Tarahumara, diventati famosi nel mondo della corsa perché è attività in cui eccellono, per costrizioni logistiche e tradizioni culturali.
E Leonardo ci racconta con trasporto la storia di Javier, un adolescente che si affaccia alle responsabilità e brutture del mondo adulto, affrontandole nell’unico modo che conosce, attraverso la corsa, che interpreta con energia e testardaggine.
E’ proprio nelle parti d’azione, in particolare nelle competizioni, che l’esperienza personale di Leonardo emerge con forza, emozionando e muovendo alla commozione, che per me è andata oltre il semplice nodo in gola.
Un libro che parla di sogni alti e ti trascina negli abissi più oscuri della sofferenza.
Chi abbia ma affrontato gli interrogatori della fatica, quelle domande sul “cosa ci fai quì, ma vai a casa”, quei dolori fisici e dell’anima, si riconoscerà in molte delle pagine, e si ritroverà con i palmi delle mani sudate ad accompagnare Javier verso quei momenti di euforia, anche questi familiari, che durano magari un attimo, ma lasciano un segno altrettanto profondo.