atteggiamenti positivi
06/09/06 16:59 Filed in: sempreverdi (ispirazione)
Ieri su Discovery Channel ho visto un documentario sugli ippopotami.
Sembra che nel passato fossero piuttosto piccoli e vivessero sulla terra ferma.
Per esigenze di difesa pare che, nel corso dell'evoluzione, si siano spostati in acqua e abbiano acquisito la ragguardevole stazza che li caratterizza.
A dispetto della nuova situazione, però, hanno mantenuto l'atteggiamento apprensivo e piuttosto incline alla violenza che li caratterizzava quando erano delle prede appetibili e di facile conquista.
Questo, oltre a mantenerli piuttosto in basso nella classifica dei potenziali animali da compagnia, li ha portati più volte sulle pagine delle cronache per assalti ad umani che, per scelta o distrazione, hanno invaso il loro spazio sociale.
Mi ha colpito la storia di un tizio che è riuscito ad evadere dalle attenzioni di un ippopotamo trascinandosi in qualche modo a riva dopo essere stato sbatacchiato ben bene.
Al momento del check up su come era andata ha controllato il braccio sinistro, che non sentiva più, ed in effetti mancava all'appello. "Oh, oh, non sento neanche il destro" e si è girato con esitazione per scoprire con sollievo che era ancora li. Ha provato a muovere le dita, che hanno reagito allo stimolo, e si è detto "fiù, meno male, ho perso solo un braccio".
Dal punto di vista del mezzofondo e del fondo un atteggiamento come quello dell'umano citato senz'altro aiuta meglio a superare i momenti difficili (che, immancabilmente, si presentano) rispetto a quello dell'ippopotamo rimasto fermo su schemi mentali che non rispecchiano la realtà dei fatti.
Per quanto riguarda invece la velocità non ci si può esimere dal segnalare che un ippopotamo medio può raggiungere anche velocità vicine ai 50 km/h su brevi distanze.
Sembra che nel passato fossero piuttosto piccoli e vivessero sulla terra ferma.
Per esigenze di difesa pare che, nel corso dell'evoluzione, si siano spostati in acqua e abbiano acquisito la ragguardevole stazza che li caratterizza.
A dispetto della nuova situazione, però, hanno mantenuto l'atteggiamento apprensivo e piuttosto incline alla violenza che li caratterizzava quando erano delle prede appetibili e di facile conquista.
Questo, oltre a mantenerli piuttosto in basso nella classifica dei potenziali animali da compagnia, li ha portati più volte sulle pagine delle cronache per assalti ad umani che, per scelta o distrazione, hanno invaso il loro spazio sociale.
Mi ha colpito la storia di un tizio che è riuscito ad evadere dalle attenzioni di un ippopotamo trascinandosi in qualche modo a riva dopo essere stato sbatacchiato ben bene.
Al momento del check up su come era andata ha controllato il braccio sinistro, che non sentiva più, ed in effetti mancava all'appello. "Oh, oh, non sento neanche il destro" e si è girato con esitazione per scoprire con sollievo che era ancora li. Ha provato a muovere le dita, che hanno reagito allo stimolo, e si è detto "fiù, meno male, ho perso solo un braccio".
Dal punto di vista del mezzofondo e del fondo un atteggiamento come quello dell'umano citato senz'altro aiuta meglio a superare i momenti difficili (che, immancabilmente, si presentano) rispetto a quello dell'ippopotamo rimasto fermo su schemi mentali che non rispecchiano la realtà dei fatti.
Per quanto riguarda invece la velocità non ci si può esimere dal segnalare che un ippopotamo medio può raggiungere anche velocità vicine ai 50 km/h su brevi distanze.