riporto libri
05/03/06 09:21 Filed in: libri
questa è la pagina che andava sotto il nome di "libri", adesso li dovrei aggiungere quì e dopo si possono trovare sotto la categoria "libri".
Stessa cosa, un po' più facile da aggiornare per me, e quindi ci sono maggiori possibilità che lo faccia.
"Suffer in silence" di David Reid. Un romanzo, però basato sull'esperienza reale dell'autore, ambientato nella prima fase del corso per l'ammissione ai reparti speciali della marina statunitense, i SEAL. Una fase in cui il compito primo degli istruttori è scremare i meno resistenti, e ce la mettono tutta, gli istruttori. L'ultima settimana, chiamata "hell week", prevede la quasi totale privazione del sonno, e frequenti immersioni senza muta nell'oceano. Dopo tre giorni di hell week volevo mollare, io, che stavo solo leggendo, fra l'altro steso in spiaggia, nel torpore di una mattinata agostana. Un viaggio nel mondo della "resistenza", in senso lato ed estremo, che lascia esausti.
"Every second counts" di lance Armstrong. E' il seguito del libro precedente, riprende da dopo la guarigione e passa per i tour de France vinti, assieme alla vita che ci girava intorno. Impressiona la professionalità con cui affronta ogni aspetto del suo lavoro, allenamento, alimentazione, materiali. Tutto, per limare anche solo qualche secondo, in fondo la gara si decide nell'ambito di pochi minuti di distacco, dopo tre settimane di corsa. Ma sono importanti tutti i secondi, Lance se ne rende conto avendo dovuto affrontare una situazione in cui sembrava non gliene restassero molti.
"Dick Beardsley - Staying the course: a runner's toughest race" di Dick Beardsley e Maureen Anderson. La storia di un atleta noto per essere arrivato secondo in una delle più famose sfide di maratona:Boston, 1982. La gara venne vinta da Salazar per un paio di secondi dopo una lotta allo stremo. Dick ha però anche dovuto superare molte altre traversie che racconta ora con la semplicità del ragazzo di campagna che è sempre stato. Dall'incidente nella fattoria alla successiva dipendenza dai "painkillers", al recupero, come ogni buon runner. Se qualcuno pensa di essere sfortunato dovrebbe leggere questo libro.
"Hills, hawgs & Ho Chi Minh" di Don Kardong. Una raccolta di racconti sulla corsa scritti con il consueto umorismo che contraddistingue l'autore. Sono tutti già stati pubblicati, generalmente su Runner's World, ma più di qualche anno fa. Le riflessioni non perdono comunque di attualità, una lettura scorrevole mai priva di un "eh già" o "però" di ammirazione.
"Ultramarathon man - confessions of an all-night runner" di Dean Karnazes Ed ecco un ultramaratoneta un po' discusso nell'ambiente. Forse perché in genere mantengono un basso profilo, forse la gelosia, ma più di un sopracciglio si solleva al sentire il suo nome. Non è il più "veloce", forse è il più resistente, in ogni caso è riuscito a gestire bene la situazione a livello di immagine. Il libro parla della sua maturazione attraverso principalmente quattro gare (Western states, badwater, la maratona al polo sud e la "staffetta" da 200 miglia). Interessanti le reazioni fisiche alle condizioni estreme cui si sottopone. Dal punto di vista tecnico non c'è molto, è un "marziano".
"Kelly Holmes - my olympic ten days" di Kelly Holmes vincitrice di 800 e 1500 ad Atene. Questo libro non vincerà di certo un premio letterario ma è utile per dare una visione dal di dentro di come un'atleta di vertice vive un appuntamento come le Olimpiadi.
"Paula- my story so far" di Paula Radcliffe. Biografia dell'atleta britannica fino ad oggi (poche settimane dopo Atene 2004 ndr). Alcune parti possono risultare poco interessanti (la fase dell'adolescenza e la storia con l'attuale marito, per me) ma il racconto delle settimane prima e dopo Atene è assolutamente emozionante. Ci porta su quella strada infuocata vista da dentro di lei e non da sterili telecamere.
"Raising the bar - integrity and passion in life and business - the story of Clif Bar inc. - a journey toward sustaining your business, brand, people, community and the planet" di Gary Erickson con Lois Lorentzen. Storia di una passione diventata business, storia di un business rimasto, lottando con le unghie e con i denti, passione. Clif bar non è conosciuta in Italia ma negli Stati Uniti è uno dei principali attori nel campo delle "barrette" energetiche. Il proprietario racconta la storia dalla nascita dell'idea, agli inizi nella cucina di mamma, alla crescita vertiginosa, alla quasi vendita ad un grossa società, alle difficoltà quotidiane. Molto spazio viene dato alla questione della sostenibilità: del brand e del business, perché se non si fanno soldi non si sopravvive. Delle persone che lavorano in azienda, il cui benessere influisce sull'azienda. Della comunità che vive intorno all'azienda. Del pianeta in cui vive l'azienda. L'autore, appassionato di jazz, di vita all'aria aperta, di ciclismo, di arrampicata, fa dei paralleli tra la sua vita e quella di un'azienda, racconta dei suoi viaggi in bici in giro per il mondo. Imperdibile per chi creda che il mondo degli affari sia solo cinico calcolo, e anche per tutti gli altri.
"Aspro e dolce" di Mauro Corona. Il racconto di una vita vista attr averso il vetro spesso di un bicchiere, di vino. Spesso triste.
"La ragazza dai capelli strani" di David Foster Wallace. Una raccolta di racconti di un Grande Scrittore. Non parla della corsa, ma mica si può sempre correre. E mica si può sapere a priori da dove arriveranno ispirazioni e idee che potrebbero esserci utili.
"Prisoner's dilemma" di William Poundstone. Un libro un po' tecnico, un po' storico, riguardo la teoria dei giochi, John Von Neumann e varie amenità che l'umanità è riuscita ad imbastire nel secolo scorso (non esclusa la guerra fredda e la bomba atomica).
"Le regole dell'avventura" di Laurence Gonzales. L'autore analizza molti episodi di sopravvivenza (o mancata sopravvivenza) cercando di trovare un filo comune che non sia la fortuna. Esplora con divizia di particolari le connessioni e reciproche influenze tra mente e corpo(ricorda niente?) e gli atteggiamenti tipici di vittime e sopravvissuti. Spiega anche di come sia perfettamente normale comportarsi da stupidi, a volte. Così la prossima volta forse non lo farete o, forse, vi sentirete solo meno stupidi. Non si limita a condizioni estreme, ci sono applicazioni anche nella vita di tutti i giorni, per esempio un'azienda e il mercato in cui opera (che non è detto non sia una condizione stile giungla, in ogni caso). E, a voler ben guardare, la corsa lunga è una situazione da sopravvivenza. L'elenco di regole finali si adatta perfettamente a chi voglia sopravvivere ad una maratona. Un libro imperdibile, in estrema sintesi.
"L'arte dell'inganno" di Kevin D. Mitnick. Il più famoso hacker della storia svela molti dei suoi segreti che, forse a sorpresa, si rivelano poco tecnici e molto personali. Molti esempi pratici di come, ancora una volta, siano sempre le persone la maggior risorsa cui possiamo attingere. Imperdibile per tutti quelli che si interessano di comunicazione (cioè chiunque?).
"Il metodo Alexander" di Sarah Barker. (ri)educazione posturale e gestione delle tensioni muscolari. Pensiamoci prima di ricorrere a soluzioni esterne o anche solo ad aumentare i carichi di lavoro. "Ripensare lo sport" di Pietro Trabucchi. Cos'è stato, cos'è e cosa potrebbe essere lo sport per la crescita di una persona. Tanto. Eccezionale, senza voler sminuire il resto del testo, la post-fazione di Brunod.
"La corsa dolce, secondo il metodo Feldenkrais" di Wim Luijpers e Rudolf Nagiller. Riflessioni sulla corsa in generale e sulla tecnica in particolare. Molto tranquillo e colloquiale. Belli i capitoli su postura e tecnica di corsa.
"A step beyond: a definitive guide to ultrarunning" di autori vari. Una corposa raccolta di notizie, suggerimenti, letture per chi è interessato ad andare oltre la maratona. Una guida completa e ben fatta.
"Non ho problemi di comunicazione" di Walter Fontana, autore, tra l'altro, della battuta: "Era un bambino presuntuoso e saccente. Quando la maestra di prima elementare gli chiese: "Ma tu credi in Dio?", lui rispose: "Be', credere è una parola grossa. Diciamo che lo stimo". Il libro, splendido. Ironico, amaro, divertente. Non dovrebbe essere ignorato da chiunque si interessi di comunicazione, cioè chiunque.
"The runner and the path" di Dean Ottati. Riflessioni sulla vita originate dalla corsa e dai vari personaggi incontrati dall'autore. Piuttosto didascalico, la corsa è più che altro un pretesto per scrivere dei colloqui che avvengono durante. Buono il capitolo sull'attenzione. Si può perdere.
"Soul surfer" di Bethany Hamilton. Tredicenne hawaiana, promessa del surf, viene attaccata da uno squalo cui lascia l'intero braccio sinistro, dalla spalla praticamente. Il suo primo pensiero, una volta ripresa dal comprensibile shock, è di come fare a tornarci, sulle amate onde. Non un capolavoro letterario ma il racconto dell'episodio è straziante. Interessanti osservazioni sul vivere da celebrità e sul come gestire una nuova realtà di questo tipo. I riferimenti a Dio e alla fede sono continui.
"Mente e Maratona" di Speciani e Trabucchi . Collegamento corpo e mente sviscerato con pazienza e dovizia di particolari. Per me come trovare un vecchio amico. La parte dedicata alla gestione di fatica e dolore l'ho letta come un thriller, non riuscivo a distogliere l'attenzione. Molto dettagliati e stimolanti i diversi mezzi di allenamento suggeriti. Direi che entra di prepotenza tra quelli da tenere a portata di mano per rileggere alla bisogna.
"No need for speed" di John Bingham. Un libro che parla di amore per la corsa e di come farne una relazione per la vita. Niente tabelle, solo scrittura scorrevole e piacevoli osservazioni.
"La preparazione mentale agli sport di resistenza" di Piero Trabucchi. Mi verrebbe da dire un testo basilare per chi sia interessato all'argomento. Scrittura semplice ma tecnica, e che va a bersaglio. Non solo per lo sport ma anche per la vita di tutti i giorni. Perché si debba poi considerarli separati non lo so.
"Long distance" di Bill McKibben. Uno scrittore giornalista decide di prendersi un anno sabbatico, assumere un allenatore e provare ad allenarsi come un atleta professionista. Divertente e profondo nell'analizzare la vita dell'atleta. Ambientato nel mondo dello sci di fondo ma i concetti non cambiano per qualsiasi altro sport di resistenza.
"Lo zen e l'arte della corsa" di Luca Speciani. Principi dello zen applicati alla corsa. La mente che lavora insieme al corpo per sfruttare al meglio il proprio potenziale. Un bel libro per guardare oltre la solita siepe.
"Correre al meglio" di Joe Henderson. Impostazione americana per questo libro. Meno tabellare dei corrispondenti italiani e più filosofo e pratico nei consigli.
"Il miracolo della presenza mentale" di Thich Nhat Hanh. L'autore, monaco vietnamita propone di far entrare la meditazione nella propria vita quotidiana. Accanto a quella classica da seduti suggerisce di affiancare la consapevolezza nell'esercizione delle faccende quotidiane. Lavare i piatti non è più stato lo stesso da quando ho letto questo testo.
"ChiRunning" di Danny Dreyer. Principi del tai chi, arte marziale cinese, applicati alla corsa. Sensata e condivisibile analisi della tecnica di corsa. L'applicazione di quanto spiegato mi ha consentito di risolvere un fastidioso problema alla caviglia che mi perseguitava, nonché completare senza grossi danni una 50km trail con alle spalle una trentina di chilometri alla settimana. Non fa miracoli, intendiamoci, ma aiuta con buon senso.
Stessa cosa, un po' più facile da aggiornare per me, e quindi ci sono maggiori possibilità che lo faccia.
"Suffer in silence" di David Reid. Un romanzo, però basato sull'esperienza reale dell'autore, ambientato nella prima fase del corso per l'ammissione ai reparti speciali della marina statunitense, i SEAL. Una fase in cui il compito primo degli istruttori è scremare i meno resistenti, e ce la mettono tutta, gli istruttori. L'ultima settimana, chiamata "hell week", prevede la quasi totale privazione del sonno, e frequenti immersioni senza muta nell'oceano. Dopo tre giorni di hell week volevo mollare, io, che stavo solo leggendo, fra l'altro steso in spiaggia, nel torpore di una mattinata agostana. Un viaggio nel mondo della "resistenza", in senso lato ed estremo, che lascia esausti.
"Every second counts" di lance Armstrong. E' il seguito del libro precedente, riprende da dopo la guarigione e passa per i tour de France vinti, assieme alla vita che ci girava intorno. Impressiona la professionalità con cui affronta ogni aspetto del suo lavoro, allenamento, alimentazione, materiali. Tutto, per limare anche solo qualche secondo, in fondo la gara si decide nell'ambito di pochi minuti di distacco, dopo tre settimane di corsa. Ma sono importanti tutti i secondi, Lance se ne rende conto avendo dovuto affrontare una situazione in cui sembrava non gliene restassero molti.
"Dick Beardsley - Staying the course: a runner's toughest race" di Dick Beardsley e Maureen Anderson. La storia di un atleta noto per essere arrivato secondo in una delle più famose sfide di maratona:Boston, 1982. La gara venne vinta da Salazar per un paio di secondi dopo una lotta allo stremo. Dick ha però anche dovuto superare molte altre traversie che racconta ora con la semplicità del ragazzo di campagna che è sempre stato. Dall'incidente nella fattoria alla successiva dipendenza dai "painkillers", al recupero, come ogni buon runner. Se qualcuno pensa di essere sfortunato dovrebbe leggere questo libro.
"Hills, hawgs & Ho Chi Minh" di Don Kardong. Una raccolta di racconti sulla corsa scritti con il consueto umorismo che contraddistingue l'autore. Sono tutti già stati pubblicati, generalmente su Runner's World, ma più di qualche anno fa. Le riflessioni non perdono comunque di attualità, una lettura scorrevole mai priva di un "eh già" o "però" di ammirazione.
"Ultramarathon man - confessions of an all-night runner" di Dean Karnazes Ed ecco un ultramaratoneta un po' discusso nell'ambiente. Forse perché in genere mantengono un basso profilo, forse la gelosia, ma più di un sopracciglio si solleva al sentire il suo nome. Non è il più "veloce", forse è il più resistente, in ogni caso è riuscito a gestire bene la situazione a livello di immagine. Il libro parla della sua maturazione attraverso principalmente quattro gare (Western states, badwater, la maratona al polo sud e la "staffetta" da 200 miglia). Interessanti le reazioni fisiche alle condizioni estreme cui si sottopone. Dal punto di vista tecnico non c'è molto, è un "marziano".
"Kelly Holmes - my olympic ten days" di Kelly Holmes vincitrice di 800 e 1500 ad Atene. Questo libro non vincerà di certo un premio letterario ma è utile per dare una visione dal di dentro di come un'atleta di vertice vive un appuntamento come le Olimpiadi.
"Paula- my story so far" di Paula Radcliffe. Biografia dell'atleta britannica fino ad oggi (poche settimane dopo Atene 2004 ndr). Alcune parti possono risultare poco interessanti (la fase dell'adolescenza e la storia con l'attuale marito, per me) ma il racconto delle settimane prima e dopo Atene è assolutamente emozionante. Ci porta su quella strada infuocata vista da dentro di lei e non da sterili telecamere.
"Raising the bar - integrity and passion in life and business - the story of Clif Bar inc. - a journey toward sustaining your business, brand, people, community and the planet" di Gary Erickson con Lois Lorentzen. Storia di una passione diventata business, storia di un business rimasto, lottando con le unghie e con i denti, passione. Clif bar non è conosciuta in Italia ma negli Stati Uniti è uno dei principali attori nel campo delle "barrette" energetiche. Il proprietario racconta la storia dalla nascita dell'idea, agli inizi nella cucina di mamma, alla crescita vertiginosa, alla quasi vendita ad un grossa società, alle difficoltà quotidiane. Molto spazio viene dato alla questione della sostenibilità: del brand e del business, perché se non si fanno soldi non si sopravvive. Delle persone che lavorano in azienda, il cui benessere influisce sull'azienda. Della comunità che vive intorno all'azienda. Del pianeta in cui vive l'azienda. L'autore, appassionato di jazz, di vita all'aria aperta, di ciclismo, di arrampicata, fa dei paralleli tra la sua vita e quella di un'azienda, racconta dei suoi viaggi in bici in giro per il mondo. Imperdibile per chi creda che il mondo degli affari sia solo cinico calcolo, e anche per tutti gli altri.
"Aspro e dolce" di Mauro Corona. Il racconto di una vita vista attr averso il vetro spesso di un bicchiere, di vino. Spesso triste.
"La ragazza dai capelli strani" di David Foster Wallace. Una raccolta di racconti di un Grande Scrittore. Non parla della corsa, ma mica si può sempre correre. E mica si può sapere a priori da dove arriveranno ispirazioni e idee che potrebbero esserci utili.
"Prisoner's dilemma" di William Poundstone. Un libro un po' tecnico, un po' storico, riguardo la teoria dei giochi, John Von Neumann e varie amenità che l'umanità è riuscita ad imbastire nel secolo scorso (non esclusa la guerra fredda e la bomba atomica).
"Le regole dell'avventura" di Laurence Gonzales. L'autore analizza molti episodi di sopravvivenza (o mancata sopravvivenza) cercando di trovare un filo comune che non sia la fortuna. Esplora con divizia di particolari le connessioni e reciproche influenze tra mente e corpo(ricorda niente?) e gli atteggiamenti tipici di vittime e sopravvissuti. Spiega anche di come sia perfettamente normale comportarsi da stupidi, a volte. Così la prossima volta forse non lo farete o, forse, vi sentirete solo meno stupidi. Non si limita a condizioni estreme, ci sono applicazioni anche nella vita di tutti i giorni, per esempio un'azienda e il mercato in cui opera (che non è detto non sia una condizione stile giungla, in ogni caso). E, a voler ben guardare, la corsa lunga è una situazione da sopravvivenza. L'elenco di regole finali si adatta perfettamente a chi voglia sopravvivere ad una maratona. Un libro imperdibile, in estrema sintesi.
"L'arte dell'inganno" di Kevin D. Mitnick. Il più famoso hacker della storia svela molti dei suoi segreti che, forse a sorpresa, si rivelano poco tecnici e molto personali. Molti esempi pratici di come, ancora una volta, siano sempre le persone la maggior risorsa cui possiamo attingere. Imperdibile per tutti quelli che si interessano di comunicazione (cioè chiunque?).
"Il metodo Alexander" di Sarah Barker. (ri)educazione posturale e gestione delle tensioni muscolari. Pensiamoci prima di ricorrere a soluzioni esterne o anche solo ad aumentare i carichi di lavoro. "Ripensare lo sport" di Pietro Trabucchi. Cos'è stato, cos'è e cosa potrebbe essere lo sport per la crescita di una persona. Tanto. Eccezionale, senza voler sminuire il resto del testo, la post-fazione di Brunod.
"La corsa dolce, secondo il metodo Feldenkrais" di Wim Luijpers e Rudolf Nagiller. Riflessioni sulla corsa in generale e sulla tecnica in particolare. Molto tranquillo e colloquiale. Belli i capitoli su postura e tecnica di corsa.
"A step beyond: a definitive guide to ultrarunning" di autori vari. Una corposa raccolta di notizie, suggerimenti, letture per chi è interessato ad andare oltre la maratona. Una guida completa e ben fatta.
"Non ho problemi di comunicazione" di Walter Fontana, autore, tra l'altro, della battuta: "Era un bambino presuntuoso e saccente. Quando la maestra di prima elementare gli chiese: "Ma tu credi in Dio?", lui rispose: "Be', credere è una parola grossa. Diciamo che lo stimo". Il libro, splendido. Ironico, amaro, divertente. Non dovrebbe essere ignorato da chiunque si interessi di comunicazione, cioè chiunque.
"The runner and the path" di Dean Ottati. Riflessioni sulla vita originate dalla corsa e dai vari personaggi incontrati dall'autore. Piuttosto didascalico, la corsa è più che altro un pretesto per scrivere dei colloqui che avvengono durante. Buono il capitolo sull'attenzione. Si può perdere.
"Soul surfer" di Bethany Hamilton. Tredicenne hawaiana, promessa del surf, viene attaccata da uno squalo cui lascia l'intero braccio sinistro, dalla spalla praticamente. Il suo primo pensiero, una volta ripresa dal comprensibile shock, è di come fare a tornarci, sulle amate onde. Non un capolavoro letterario ma il racconto dell'episodio è straziante. Interessanti osservazioni sul vivere da celebrità e sul come gestire una nuova realtà di questo tipo. I riferimenti a Dio e alla fede sono continui.
"Mente e Maratona" di Speciani e Trabucchi . Collegamento corpo e mente sviscerato con pazienza e dovizia di particolari. Per me come trovare un vecchio amico. La parte dedicata alla gestione di fatica e dolore l'ho letta come un thriller, non riuscivo a distogliere l'attenzione. Molto dettagliati e stimolanti i diversi mezzi di allenamento suggeriti. Direi che entra di prepotenza tra quelli da tenere a portata di mano per rileggere alla bisogna.
"No need for speed" di John Bingham. Un libro che parla di amore per la corsa e di come farne una relazione per la vita. Niente tabelle, solo scrittura scorrevole e piacevoli osservazioni.
"La preparazione mentale agli sport di resistenza" di Piero Trabucchi. Mi verrebbe da dire un testo basilare per chi sia interessato all'argomento. Scrittura semplice ma tecnica, e che va a bersaglio. Non solo per lo sport ma anche per la vita di tutti i giorni. Perché si debba poi considerarli separati non lo so.
"Long distance" di Bill McKibben. Uno scrittore giornalista decide di prendersi un anno sabbatico, assumere un allenatore e provare ad allenarsi come un atleta professionista. Divertente e profondo nell'analizzare la vita dell'atleta. Ambientato nel mondo dello sci di fondo ma i concetti non cambiano per qualsiasi altro sport di resistenza.
"Lo zen e l'arte della corsa" di Luca Speciani. Principi dello zen applicati alla corsa. La mente che lavora insieme al corpo per sfruttare al meglio il proprio potenziale. Un bel libro per guardare oltre la solita siepe.
"Correre al meglio" di Joe Henderson. Impostazione americana per questo libro. Meno tabellare dei corrispondenti italiani e più filosofo e pratico nei consigli.
"Il miracolo della presenza mentale" di Thich Nhat Hanh. L'autore, monaco vietnamita propone di far entrare la meditazione nella propria vita quotidiana. Accanto a quella classica da seduti suggerisce di affiancare la consapevolezza nell'esercizione delle faccende quotidiane. Lavare i piatti non è più stato lo stesso da quando ho letto questo testo.
"ChiRunning" di Danny Dreyer. Principi del tai chi, arte marziale cinese, applicati alla corsa. Sensata e condivisibile analisi della tecnica di corsa. L'applicazione di quanto spiegato mi ha consentito di risolvere un fastidioso problema alla caviglia che mi perseguitava, nonché completare senza grossi danni una 50km trail con alle spalle una trentina di chilometri alla settimana. Non fa miracoli, intendiamoci, ma aiuta con buon senso.