Lo scarico, nuove rivelazioni
17/09/08 06:40 Filed in: tecnica
Continua la nostra esplorazione nel misterioso mondo dello scarico, la fase di avvicinamento alla gara in cui si riduce l'allenamento per arrivare riposati e pimpanti al giorno fatidico.
Leggo sul numero di luglio/agosto di Marathon & Beyond una interessante riflessione sulla gestione dello stesso ad opera di tale Terrence Mahon, allenatore di Ryan Hall.
Delle tre componenti dell'allenamento, Volume (chilometri percorsi) Intensità (velocità/impegno) e Densità (vicinanza dei vari allenamenti chiave), secondo Mahon, nella fase di scarico ridurne uno è condizione necessaria e sufficiente.
Per cui lui sceglie la densità, mantiene il chilometraggio ed il ritmo delle sedute impegnative ma aumenta i giorni di recupero tra una e l'altra.
Questo a suo avviso evita il rischio di "detraining" e di arrivare alla gara non al meglio ma in fase calata e calante.
Poi conclude con l'avvertenza più importante: ognuno è una storia a sé. Ci sono quelli che se riducono il carico eccessivamente vanno in tilt, altri invece che cominciano a girare meglio.
Diaretto degli allenamenni sotto mano quindi, e via a studiare cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato nel passato.
Per esempio mi sono reso conto che io tendo a ridurre tutti e tre i parametri, troppo, e effettivamente questo mi scombussola mentalmente e fisiologicamente.
Poi, sempre per me, meglio star fermo il venerdì e fare una corsetta leggera il sabato, perché il giorno dopo un riposo ci metto sempre un po' a mettermi in carreggiata.
Leggo sul numero di luglio/agosto di Marathon & Beyond una interessante riflessione sulla gestione dello stesso ad opera di tale Terrence Mahon, allenatore di Ryan Hall.
Delle tre componenti dell'allenamento, Volume (chilometri percorsi) Intensità (velocità/impegno) e Densità (vicinanza dei vari allenamenti chiave), secondo Mahon, nella fase di scarico ridurne uno è condizione necessaria e sufficiente.
Per cui lui sceglie la densità, mantiene il chilometraggio ed il ritmo delle sedute impegnative ma aumenta i giorni di recupero tra una e l'altra.
Questo a suo avviso evita il rischio di "detraining" e di arrivare alla gara non al meglio ma in fase calata e calante.
Poi conclude con l'avvertenza più importante: ognuno è una storia a sé. Ci sono quelli che se riducono il carico eccessivamente vanno in tilt, altri invece che cominciano a girare meglio.
Diaretto degli allenamenni sotto mano quindi, e via a studiare cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato nel passato.
Per esempio mi sono reso conto che io tendo a ridurre tutti e tre i parametri, troppo, e effettivamente questo mi scombussola mentalmente e fisiologicamente.
Poi, sempre per me, meglio star fermo il venerdì e fare una corsetta leggera il sabato, perché il giorno dopo un riposo ci metto sempre un po' a mettermi in carreggiata.