Novembre

Novembre è un mese che ho sempre tollerato solo perché ci cade il mio compleanno.

Da piccoli, si sa, il compleanno è una cosa grossa. E da grandi si resta attaccati alle sensazioni di bambino, quell’imprinting emotivo che ci fa amare luoghi solo perché ci abbiamo trascorso del tempo negli anni della formazione.

Tra piogge a catinelle e impegni extracurricolari si è saltato più di qualche domenica ufficiale, di quelle che di solito vengono riportate quì.

La corsa no, quella è una sorta di seconda pelle, ogni tanto si fa una piccola muta, ma alla fine è sempre lì, una definizione girovaga di un insieme di cose: resistenza, passione, riflessione, evasione, sofferenza, sollievo.

Che alla fine si sintetizzano in un sé percepito: runner.

Non importa se stai correndo o no.

Spesso la corsa è fonte di emozioni che esigono di essere pubblicizzate, altre volte è semplicemente ricettacolo di sfogo o di quieta deambulazione, per cui magari se ne salta il dettaglio su queste pagine.

Così, giusto per fare il punto, in un mese in cui il grosso dell’aspettativa è in genere che passi in fretta.