La tecnica di corsa (e di qualsiasi altra attivita'
sportiva e non) si basa sulla risposta alla domanda "chi deve fare che
cosa".
Gli elementi fondamentali sono quindi:
- l'obiettivo da raggiungere
- la struttura della persona che deve compiere il gesto.
Credo sia gia' evidente come non esista "Una" tecnica di corsa visto
che si puo' correre per 100mt oppure per 100km, e un sacco di altre
distanze, con esigenze molto diverse.
A questo si aggiunge il fatto che la struttura fisica delle persone
varia di molto e quello che puo' andar bene per Paul Tergat non e'
detto che funzioni per El Mouaziz.
Per non parlare della superficie di corsa.
Detto questo ci sono comunque dei principi generali da rispettare: la
tecnica, nel nostro caso, dovra' essere funzionale a portarci prima
possibile verso il traguardo (possibilmente integri).
Per le corse lunghe il gesto dovra' quindi essere prima di tutto
economico che, tradotto fisicamente, significa spinte non esasperate,
fasi di recupero rilassate cosi' come le parti del corpo non
interessate direttamente all'avanzamento.
In linea di massima, se teniamo il corpo leggermente
inclinato avanti, vedi postura
, molta parte della propulsione verrà data dalla forza di
gravità e le gambe si "limiteranno" a sostenerci
nell'avanzamento.
Sulla frequenza l'idea dovrebbe essere di mantenere una
cadenza non forzata ma comunque abbastanza rapida.
C'è chi vorrebbe 180 passi al minuto, che non è facile.
In ogni caso la frequenza più elevata facilita l'avanzamanto e
pone un minor carico sugli arti inferiori: "scivoliamo" invece di
rimbalzare. In teoria la testa dovrebbe muoversi su una linea retta e
non andare su
e giù.
Come fare per migliorare?
La cosa piu' pratica e' sfruttare i momenti dell'allenamento in cui non
siamo coinvolti in attivita' impegnative che richiedono tutte le nostre
energie.
Per esempio durante la corsa lenta o gli allunghi tecnici potremmo
inserire esercitazioni prima per la consapevolezza e poi per il
controllo.
Per la consapevolezza e' opportuno porsi domande: sono
inclinato
all'altezza delle anche? la colonna vertebrale è allungata? le
spalle come sono rispetto alle anche? e la testa? come sto appoggiando
il piede destro? spingo con il piede destro? quanto sale il ginocchio
destro? come si muove il braccio destro?
Ovviamente le domande vanno poste anche per la parte sinistra. Da
tenere presente che, specie all'inizio, e' difficile pensare a piu' di
una cosa per volta.
Per il controllo del movimento e' opportuno "fare" qualcosa: contrarre
e successivamente rilassare il viso, idem per le spalle, muovere un po'
di piu' oppure un po' di meno le braccia, chiudere o aprire l'angolo
delle braccia, spostare avanti o indietro le spalle per alcuni
passi,
correre 100mt contando i passi, correre 100mt cercando di fare 2 passi
in meno o in piu'.
E' opportuno che le variazioni rispetto alla corsa normale siano lievi
(principalmente per evitare infortuni)
Non si deve fare tutto assieme. Si possono eseguire gli esercizi di
consapevolezza ogni tanto (per es. ogni 5' oppure a meta' degli
allunghi faccio un controllo da capo a piedi e viceversa) e lo stesso
vale per le esercitazioni in cui si varia di poco il modo di correre.
La cosa e' piu' macchinosa a spiegarsi che a farsi.
Dopo un certo numero di esercitazioni si dovrebbe essere in grado di
sapere quello che si sta facendo e di essere in grado di variarlo in
base alle proprie esigenze. La tecnica di corsa diventa automatica e
posso impiegare le mie energie mentali per avanzare il più
velocemente possibile
Si, ma come faccio a sapere se corro bene e cosa fare per migliorare?
Questo e' un po' piu' problematico senza vedersi (telecamera e persona
disponibile: sistema un po' macchinoso ma assolutamente impareggiabile
nel farci rendere conto di come corriamo) e essere visti da altri che
possano darci suggerimenti.
Per l'appoggio del piede la questione dipende molto dalla struttura del
corridore e qua immagino che le opinioni siano discordanti.
Tornando alla domanda iniziale da porsi sempre (chi deve fare cosa) e'
opportuno evitare l'appoggio marcatamente di avampiede (ottimo per le
gare brevi in quanto permette di sfruttare al meglio l'elasticita' ma
estremamente dispendioso) cosi' come quello di tallone pieno(frenata e
rischio di infortuno).
Bisogna trovare un compromesso intermedio che dipende da troppe
variabili per poter dire "si fa cosi' ". Va però detto che
se il contatto del piede avviene sotto o leggermente dietro il centro
di gravità, l'appoggio
dovrebbe venire naturale di avampiede per poi immediatamente avere il
tallone che tocca e quindi tutto il piede che sostiene il corpo.
La tecnica di corsa e' molto importante per garantirci un minimo di
efficacia ed efficienza nel gesto (e visto che in una maratona va
ripetuto un sacco di volte....).
A livello amatoriale direi che e' importante intanto acquisire la
capacita' di mantenere la stessa tecnica di corsa che abbiamo da
freschi anche in condizioni di stanchezza.
Ognuno adotti le strategie che piu' gli sono congeniali ma puo' essere
utile in condizioni di difficolta' "distrarsi" dalla fatica per
pensare a quello che si sta facendo e magari sciogliere le tensioni che
si creano in situazioni di stress.
Le esercitazioni sopra proposte sono pratiche e a mio avviso di
semplice applicazione.
Esisterebbero anche andature speciali che richiedono pero' molta
cautela nell'essere eseguite e non so fino a che punto possano essere
piu' utili (a noi amatori) di una sana consapevolezza del gesto.
12.07.01 aggiornato il 01.11.04
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